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mercoledì 26 luglio 2017

AMBIENTE: ARPA ATTENDE DI POTER LAVORARE CON EFFICIENZA

COMUNICATO STAMPA


Martedì 4 luglio durante il question time il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Gruppo Rete Civica) ha chiesto all’assessore Valmaggia a quale punto fosse l’iter dell’approvazione di Statuto, Regolamento di organizzazione e Carta dei servizi di Arpa Piemonte.

Infatti, la legge regionale 18/2016 che ha ridefinito l’organizzazione dell’Agenzia prevedeva entro tre mesi la scrittura di tali documenti da parte dell’Arpa, da sottoporre poi all’esame della Giunta nei successivi 90 giorni, previo parere del Comitato regionale di indirizzo di Arpa e della Commissione consiliare competente.

“La riorganizzazione di Arpa è in fase transitoria da due anni, con un percorso frammentato, in un contesto instabile e contradditTorio caratterizzato dalla riduzione dei dipartimenti, specie riguardo alla territorialità, e dal fatto che numerosi dirigenti hanno un incarico in scadenza già oggetto di più proroghe – afferma il  Consigliere Alfredo Monaco, Rete Civica – Questo compromette la capacità programmatoria dell’Arpa e incide negativamente sul clima interno”.

Nella sua risposta l’Assessore Valmaggia ha ricordato che “in occasione della seduta del 21 dicembre 2016 il Comitato regionale di indirizzo, nel dare ad Arpa specifiche direttive riguardanti il Regolamento ha stabilito che il proprio parere sarebbe stato reso solo a seguito dell’approfondimento tecnico-giuridico demandato al proprio Comitato tecnico. A fine 2017 gli atti sono stati trasmessi dal Direttore Generale di Arpa alla Regione e sono stati inviati a tutti i componenti di tale Comitato prevedendo una prima riunione per il 1° marzo. L’ultima seduta delle tre si è tenuta il 12 aprile, formulando ai testi sia osservazioni a carattere generale che puntuali proposte di modifica degli articolati, che dovevano essere sottoposte al Comitato regionale di indirizzo convocato l’11 maggio 2017”.
Ma la seduta non ha raggiunto il numero legale, quindi il Comitato dovrà essere riconvocato.
Per quanto riguarda Statuto e Carta dei servizi, sono stati assegnati alla commissione consiliare competente che però non ha ancora reso il suo parere.
Infine, Valmaggia precisa che “non è possibile procedere all’approvazione dei provvedimenti in assenza dei pareri previsti per legge”.

A seguito della risposta il Consigliere Monaco commenta: “ Mi auguro che al più presto il Comitato e la Commissione svolgano gli adempimenti a loro carico, in modo che Arpa possa funzionare correttamente: lo scopo della riforma era snellire l’organizzazione. Anche perché l’Agenzia ha predisposto tutti i documenti nei tempi utili”.




Cinghiali e lepri beffano l'azienda "bio"


GIAVENO, DANNI DA CINGHIALI E LEPRI IN UN’AZIENDA AGRICOLA BIO
MONACO (Rete Civica): “IL COMPRENSORIO ALPINO CATO 2-3 NON FUNZIONA”
Mesi fa già denunciata pubblicamente la non-gestione del territorio


Lunedì 10 luglio il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (RC) ha visitato l’azienda agricola biologica Le Frisole di Roberto Castelli, in località Freisole di Giaveno, per visionare i danni provocati dai cinghiali ai suoi campi di grano di antiche varietà e di altro pregio, studiati dall’Università di Pollenzo. Erano presenti anche rappresentanti dell’amministrazione di Giaveno e del CATO2-3 che ha il compito di gestire il territorio. Le colture di altissima qualità di Roberto Castelli sono un modello di dedizione e di impegno costruito con sacrificio dalla sua famiglia, senza peraltro aver mai chiesto un contributo o sostegno di tipo economico.
Lo stesso Comune di Giaveno intende attribuire alla patata 2.0 coltivata da Castelli la denominazione comunale di origine controllata, la De.Co. “Per quanto mi riguarda sono molto interessato a favorire aziende che si interessano innanzitutto della qualità in funzione della salute del consumatore”, afferma Monaco.
L’azienda agricola è situata in una ZRC, Zona Ripopolamento e Cattura delle lepri, che possono crescere indisturbate e il CATO2-3 ha il compito di catturarle e reimmetterle nel territorio di caccia. Di fatto questa ZRC amplia la “area contigua” del Parco dei Laghi di Avigliana, diventando un paradiso per la moltiplicazione dei dannosi cinghiali e di altri selvatici nocivi.
“Naturalmente ho espresso il mio rammarico al sig. Castelli e alla moglie Monica – spiega il Consigliere Regionale Alfredo Monaco, Rete Civica – Ma sottolineo che già nell’inverno ho documentato con foto il passaggio di cinghiali nella zona. Dalle prime ricerche che sto facendo, sono almeno dieci anni che il CATO2-3 non ordina catture di lepri, che nel caso di cui si parla hanno gravemente danneggiato il meleto. E nulla è stato fatto per impedire la proliferazione dei cinghiali, favorendone in tal nodo la diffusione. Le aziende come quella di Castelli non sono interessate tanto al misero risarcimento dei danni, che si quantifica nella spesa del seme, ma piuttosto a evitare che i danni possano essere ripetuti. Il CATO2-3 ha i mezzi economici e gli strumenti tecnici per controllare e limitare il numero di specie selvatiche come il cinghiale. E invece da quando si è insediato, il nuovo Cda ha speso quasi 8000 euro per rimborsi spese e 150 euro per il mangime per le lepri. Non un centesimo sul territorio. Lo scorso anno 27mila euro per consulenze. È stato evidenziato da uno dei componenti del CATO2-3 presenti che tutte le segnalazioni fatte dal Castelli sono state ricevute da personale del CATO2-3 che non ne avrebbe le competenze. Lascia perplessi il fatto che non sia stata poi almeno girata la comunicazione a chi le competenze le ha. Questo a ulteriore riprova di una pessima gestione del CATO2-3, senza voler essere malpensanti. Mi sono già attivato presso gli uffici regionali dell’Assessorato competente e della Città Metropolitana per trovare gli strumenti che possano modificare o rimuovere i confini della ZRC per permettere l’abbattimento dei nocivi. Pastori elettronici (recinti elettrificati) sono strumenti utili,  ma essi e i cannoni rumorosi mantengono indisturbato lo sviluppo dei cinghiali.

Vigilerò sulle azioni che intraprenderà il CATO2-3, sempre ammesso che intraprenda delle azioni serie, visto l’immobilismo che lo contraddistingue da anni, a tutto discapito sia della categoria dei cacciatori sia di quella degli agricoltori onesti. Sempre a non essere malpensanti”, conclude Monaco.

PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE SULLE COMUNITÀ ENERGETICHE


Presentata martedì 18 in conferenza stampa a Palazzo Lascaris la Proposta di Legge dal titolo “Istituzione delle comunità energetiche”, di cui sono primo firmatario.
La Pdl è stata sottoscritta da rappresentanti di TUTTI i Gruppi Consiliari presenti nell’assemblea, e diversi sottoscrittori erano presenti con me.
Si tratta di un articolato molto semplice il cui scopo è che comunità di persone, enti e imprese possano scambiare tra loro l’energia prodotta con fonti alternative. Con entusiasmo ho portato avanti l’idea di Angelo Tartaglia, già Professore del Politecnico e vicesindaco di Cantalupa, perché mi sembra un’ottima opportunità per i territori.

“Un esempio positivo che supera i confini partitici – ha aggiunto Tartaglia, che poi ha spiegato nel dettaglio i principi contenuti nella proposta – L’idea alla base è quella della cooperativa di produzione e consumo, soltanto che al posto dei prodotti c’è l’energia. Una possibilità già in uso in molti paesi europei e permessa in Italia, finora, soltanto ad alcuni consorzi storici del Trentino e a due paesi in Sardegna, entrambe Regioni a Statuto speciale”.
Possono associarsi imprese, privati, amministrazioni pubbliche il cui scopo sia attrezzarsi con fonti di energia rinnovabile da utilizzare nell’ambito della comunità. Al momento lo scambio può avvenire soltanto tramite il gestore nazionale (Enel distribuzione o Terna).
La soluzione può essere conveniente perché nel 2014 nel Pinerolese è stato condotto uno studio di fattibilità da cui emergeva come già il 42% dell’energia utilizzata negli ambiti domestici è prodotta da fonti rinnovabili. Inoltre sei Comuni della stessa area per una popolazione di circa 50mila abitanti hanno partecipato a un progetto europeo, Smile, che prevede interventi per sperimentare scambi di energia.
Con il Professor Angelo Tartaglia
La difficoltà finora era normativa, poiché il produttore non poteva essere considerato anche distributore, superata soltanto da una legge nazionale del febbraio 2016 che istituisce le “oil free zone”, che vanno però riconosciute dalle singole Regioni.
Con l’approvazione di questa legge, il Consiglio Regionale e quindi la Regione Piemonte permetteranno la realizzazione pratica.
Infatti, l’istituzione di comunità energetiche non ha soltanto valenze ambientali con la riduzione di Co2, ed economiche, sia di risparmio che di creazione di posti di lavoro, ma anche sociali, perché si recupera il concetto di comunità”.

Un esempio concreto: nella strada principale di un paese c’è un albergo che produce energia con il sistema totem di micro cogenerazione a metano, e ne ha eccedenza in inverno. Dall’altro lato della strada c’è una scuola con i pannelli fotovoltaici che ha il problema inverso, ovvero produce di più in estate quando non ha l’utenza. È chiaro che se le due realtà possono essere messe in rete, c’è un risparmio per entrambe e per la collettività.

Dove le comunità energetiche sono consolidate si arriva a risparmi dell’ordine del 20-30 % sul prezzo dell’energia, e a un livello di autoproduzione intorno all’80% del fabbisogno.

In conclusione, ho ricordato che la nostra sarà la prima Regione a dotarsi di questo strumento normativo, e ci auguriamo che il Piemonte possa esportare questo modello.
La dotazione finanziaria della legge è di 50mila euro su due anni, per finanziare studi e progetti di ricerca e i costi burocratici dell’istituzione delle comunità.

Alla presentazione sono intervenuti anche Elvio Rostagno a nome del Pd, Valetti, Andrissi e Campo per il Gruppo M5S, Accossato e Ottria del gruppo Articolo 1- Movimento democratico e progressista, e Gianna Gancia capogruppo della Lega Nord Piemont. Hanno sottoscritto il testo anche Claudia Porchietto (Forza Italia), Marco Grimaldi (Sinistra Ecologia Libertà), Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) e Gianluca Vignale (Gruppo Misto- Movimento nazionale per la sovranità).

Sarà richiesto per questo testo l’esame in Commissione in sede legislativa, per accelerare i tempi.




La Valsusa



 
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