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mercoledì 27 aprile 2016

Commemorazione 25 aprile Giaveno - La testimonianza di tre studentesse

Lunedì 25 aprile il 71° anniversario della Liberazione a Giaveno.
Dopo le orazioni ufficiali del sindaco Carlo Giacone e della Presidente Anpi, Lilliana Giai Basté, la parola è passata a tre ragazze, tre studentesse giavenesi che hanno partecipato al viaggio del Treno della Memoria. Si tratta di una "gita" particolare, in cui vi è poco di ludico e molto di riflessione. Lou Mariel Colosimo, Camilla Coppola e Federica Montanari hanno intrapreso questo viaggio "per curiosità, per comprendere il Male" e hanno capito che spesso ci si lamenta per cose superflue o superficiali, dimenticando che "se riflettessimo o se ci informassimo capiremmo quanto siamo fortunati". Nei dintorni di Cracovia, all'interno di un campo di concentramento, ognuno dei partecipanti al viaggio ha "scelto" una persona lì deceduta, prendendo il solenne impegno "io ti ricordo".
E infine, una lezione per i grandi: operare le proprie scelte ogni giorno, contro quella "zona grigia" che ha permesso al male di predominare e ancora glielo permette.

Omaggio al Cippo dei Partigiani

L'intervento delle studentesse

La Banda comunale Giaveno Valsangone



Commemorazione 25 aprile Coazze - La testimonianza di una famiglia siriana

Domenica 24 ho partecipato alla fiaccolata organizzata dal Comune di Coazze per commemorare il 25 aprile. Dopo il doveroso omaggio floreale ai cippi dei caduti, presso il Palafeste nel parco comunale c'è stato un momento molto toccante, con la testimonianza di una famiglia di profughi siriani. Il Sindaco Mario Ronco li ha presentati ricordando "il dolore di diverse situazioni simili nel mondo odierno, in cui vi sono tante persone esuli dai loro Paesi non certo per loro scelta" e ha affermato "che ritengo importante condividere queste esperienze di chi fugge dalla guerra per far sentire testimonianze dirette".

L'Inno italiano presso il Monumento agli Alpini

Nel mio intervento, ho ricordato come anni fa rimasi stupefatto vedendo la carta d'identità di un profugo d'Istria, in cui alla voce nazionalità c'era scritto "apolide". Il dovere del ricordo va di pari passo con il dovere di rendersi conto della fortuna di vivere in uno Stato democratico. Spesso, nell'aula del Consiglio Regionale o in altri luoghi della democrazia, si è costretti ad ascoltare parole che non si approvano, che non si vorrebbero sentire, che sembrano vacue, ma questo è il sale della democrazia. I nostri partigiani sono morti lottando contro chi aveva la presunzione di avere la verità in tasca, e ci hanno consegnato il diritto/dovere di poter pensare ed esprimerci.
Da sinistra Grazia Gerbi, Mario Ronco, Andrea Appiano,
 Lilliana Giai Bastè e il sottoscritto


Diffido di chi pensa di avere la verità in tasca, e oggi ci sono derive populiste in tal senso che mi preoccupano.
Preferisco di gran lunga il fatto che si possa stare insieme nella diversità, che è un valore. È importante cercare di essere più tolleranti e flessibili verso chi la pensa diversamente, iniziando dal rispetto per i vicini.



La famiglia siriana ha raccontato di come la sua vita fosse "normale". Riporto le parole del padre: "Sognavamo un futuro per i nostri figli, ma sono arrivate persone che hanno distrutto i nostri sogni. Abbiamo chiesto libertà e pace, manifestato nelle piazze. Ci fa molto piacere che l'Italia abbia una manifestazione come il 25 aprile perché fa onore a chi lottò contro un nemico, che nel vostro caso era il fascismo. Noi ci troviamo a combattere contro i nostri connazionali. Volevamo dignità, abbiamo detto basta, ci siamo ribellati, non volevamo abbandonare le nostre case, ma ci hanno distrutto tutto. Alcuni, come me, sono stati in carcere e torturati, ci sono più di 250mila persone innocenti che hanno subito questo destino. Due anni fa abbiamo potuto utilizzare un corridoio umanitario e con questo siamo arrivati in Italia; siamo stati fortunati perché altrimenti avremmo dovuto prendere un gommone e si sa che non tutti arrivano sani e salvi. Il problema nel nostro Paese non è di razza e non è di religione, ma di intolleranza. Voglio dire che se la natura non avesse voluto la diversità, avrebbe fatto tutto di un solo colore, e invece la diversità è il segreto della bellezza. Siamo tutti essere umani, ci vogliono rispetto e accettazione".

La famiglia siriana che ha portato la sua testimonianza
Il Professor Claudio Tabone riceve i complimenti
per l'esecuzione musicale dei ragazzi della scuola Nicoletta



Il Prof Guido Ostorero presenta il libro
di Livia Picco "La Val Sangone raccontata ai ragazzi"
in cui vi è ampia parte dedicata alla Resistenza

La mia amica pittrice Silvana Cimieri,
crotonese di origine,
con il crotonese di origine Enrico Nicoletta,
figlio del comndnante partigiano Giulio 


Presento al sindaco Mario Ronco e alla vice Grazia Gerbi
il figlio di un partigiano valsangonese, Marco Bevilacqua

La Filarmonica coazzese ha accompagnato la manifestazione


martedì 26 aprile 2016

Lupo: mancano dati certi




Comunicato stampa: sul lupo mancano dati certi
Prima censimento serio, poi si decida

Oggi in Consiglio Regionale non ho votato né l’uno né l’altro dei documenti proposti sul contenimento del lupo: gli ordini del giorno 652 “Nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro-silvo-pastorali in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi” presentato dai Consiglieri Barazzotto, Allemano, Baricco, Bertola Boeti, Caputo, Chiapello, Conticelli, Frediani, Grimaldi, Molinari, Motta, Ottria, Valle e 678 “Azioni per contrastare la presenza dei lupi nel territorio piemontese” presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti, Porchietto, Marrone, Ruffino.

La motivazione è semplice: mancano dati certi sulla presenza, sul numero, sui comportamenti dell’animale, quindi entrambi i documenti partono da presupposti sbagliati, sia quello a favore della tutela della specie protetta, sia quello che vorrebbe al contrario aumentare le azioni di contrasto.

Inoltre, si dimentica spesso di considerare un elemento quando si parla di ambiente naturale (conservazione, tutela, animalismo) ovvero l’elemento umano, antropico, che è il primo elemento inquinante per un territorio.

Quindi, da una parte il lupo viene visto in maniera romantica, mentre la stessa simpatia non la rileviamo per i passeracei o le nutrie o i topi; dall’altra, si fa allarmismo – pastori e greggi aggredite, segnalazioni, attacchi - su un fenomeno certo presente ma su cui non si hanno dati certi.

Meglio sarebbe quindi che ci fosse un serio censimento sul lupo, prima di decidere se e come abbattere o se e come tutelare.

Torino, 26 aprile 2016