L'Inno italiano presso il Monumento agli Alpini |
Nel mio intervento, ho ricordato come anni fa rimasi stupefatto vedendo la carta d'identità di un profugo d'Istria, in cui alla voce nazionalità c'era scritto "apolide". Il dovere del ricordo va di pari passo con il dovere di rendersi conto della fortuna di vivere in uno Stato democratico. Spesso, nell'aula del Consiglio Regionale o in altri luoghi della democrazia, si è costretti ad ascoltare parole che non si approvano, che non si vorrebbero sentire, che sembrano vacue, ma questo è il sale della democrazia. I nostri partigiani sono morti lottando contro chi aveva la presunzione di avere la verità in tasca, e ci hanno consegnato il diritto/dovere di poter pensare ed esprimerci.
Da sinistra Grazia Gerbi, Mario Ronco, Andrea Appiano, Lilliana Giai Bastè e il sottoscritto |
Diffido di chi pensa di avere la verità in tasca, e oggi ci sono derive populiste in tal senso che mi preoccupano.
Preferisco di gran lunga il fatto che si possa stare insieme nella diversità, che è un valore. È importante cercare di essere più tolleranti e flessibili verso chi la pensa diversamente, iniziando dal rispetto per i vicini.
La famiglia siriana ha raccontato di come la sua vita fosse "normale". Riporto le parole del padre: "Sognavamo un futuro per i nostri figli, ma sono arrivate persone che hanno distrutto i nostri sogni. Abbiamo chiesto libertà e pace, manifestato nelle piazze. Ci fa molto piacere che l'Italia abbia una manifestazione come il 25 aprile perché fa onore a chi lottò contro un nemico, che nel vostro caso era il fascismo. Noi ci troviamo a combattere contro i nostri connazionali. Volevamo dignità, abbiamo detto basta, ci siamo ribellati, non volevamo abbandonare le nostre case, ma ci hanno distrutto tutto. Alcuni, come me, sono stati in carcere e torturati, ci sono più di 250mila persone innocenti che hanno subito questo destino. Due anni fa abbiamo potuto utilizzare un corridoio umanitario e con questo siamo arrivati in Italia; siamo stati fortunati perché altrimenti avremmo dovuto prendere un gommone e si sa che non tutti arrivano sani e salvi. Il problema nel nostro Paese non è di razza e non è di religione, ma di intolleranza. Voglio dire che se la natura non avesse voluto la diversità, avrebbe fatto tutto di un solo colore, e invece la diversità è il segreto della bellezza. Siamo tutti essere umani, ci vogliono rispetto e accettazione".
La famiglia siriana che ha portato la sua testimonianza |
Il Professor Claudio Tabone riceve i complimenti per l'esecuzione musicale dei ragazzi della scuola Nicoletta |
Il Prof Guido Ostorero presenta il libro di Livia Picco "La Val Sangone raccontata ai ragazzi" in cui vi è ampia parte dedicata alla Resistenza |
La mia amica pittrice Silvana Cimieri, crotonese di origine, con il crotonese di origine Enrico Nicoletta, figlio del comndnante partigiano Giulio |
Presento al sindaco Mario Ronco e alla vice Grazia Gerbi il figlio di un partigiano valsangonese, Marco Bevilacqua |
La Filarmonica coazzese ha accompagnato la manifestazione |
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