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martedì 26 gennaio 2016

GIOCO D'AZZARDO: IL PROBLEMA DELLA LUDOPATIA

Venerdì 22 a Giaveno ho partecipato con piacere e interesse alla serata organizzata dalla vicesindaco Enza Calvo sul gioco d'azzardo e la ludopatia.


Lo psicologo del Sert (servizio tossodipendenze) dell'Asl TO 3, Luca Rossi, ha spiegato molto bene la differenza tra un gioco d'azzardo "normale" - ad esempio acquistare un biglietto della lotteria, o giocare al lotto ogni tanto - e una dipendenza patologica che porta spesso le persone, e le loro famiglie, alla rovina economica. 
Il gioco, sia esso alle slot machines, ai gratta e vinci o alle scommesse sportive, se praticato continuativamente non può che portare al numero fisso: solo una giocata su cinque è una vincita, ed è ancora tutto da vedere se sia una vincita vera e propria in senso numerico. 

La dipendenza è trasversale, e colpisce persone di tutti i ceti sociali. Nel nostro territorio dell'Asl TO3 c'è una prevalenza maschile (70%), mentre la media nazionale è divisa equamente tra maschi e femmine. 

"Quando il gioco diventa patologico, quel che si ricerca non è più la vittoria, ma il gioco stesso, il senso di adrenalina che viene dal giocare. Ci troviamo a dover sfatare false credenze, anche tra i giovanissimi, ad esempio per quanto riguarda il poker online, sul fatto che qualche professionista viva del suo gioco. Ma si tratta appunto di casi particolari, di eccezioni, di persone molto furbe che sanno anche quando smettere", ha detto Rossi. 

In Piemonte dal 2005 al 2014 si è passati da 166 a 1277 casi di ludopatia presi in carico dalle Asl. 

Con il collega Andrea Appiano ci siamo concentrati sulle tre proposte di legge in discussione in Consiglio Regionale; dato che c'è una sostanziale comunità di intenti tra i diversi proponenti, è probabile che vi sarà un testo unico ampiamente condiviso. Occorre fare i conti con le normative nazionali, e tenere presente che il gioco d'azzardo è un'attività lecita: per questo i Comuni (e la Regione) non possono negare tout court le licenze, ma possono cercare di porre dei limiti che salvaguardino le categorie più fragili come ad esempio porre delle distanze da scuole o case di riposo. Possono anche agire sulla tassazione di queste attività, ad esempio premiando chi non installa o disinstalla le slot machines con uno sconto sul prelievo fiscale. 

Nel mio intervento, ho sottolineato l'importanza della prevenzione, con l'educazione specie tra i più giovani; in questo l'Asl già agisce con studenti impegnati al liceo Pascal nella peer education, educazione tra pari. Sono appositamente formati per parlare con i coetanei dei problemi delle dipendenze. 
Ho sottolineato come il settore abbia un giro d'affari di 80 miliardi, quello legale, e si stima che siano altri 120 miliardi di euro quelli provenienti dal settore illegale. 
Una notizia attuale che ha destato scalpore è che nel Comune di Santena, 8mila abitanti, si spende ogni mese un milione di euro per il gioco d'azzardo. In effetti su media nazionale, è come se ogni italiano compresi i neonati, spendesse 1800 euro all'anno. 
Occorre impegnarsi anche di più sull'insegnamento della matematica, in particolare della teoria della probabilità, per far capire quali siano le reali prospettive di vincita quando si gioca d'azzardo. 



GIORNATA DELLA MEMORIA: SI RICORDI ANCHE STERMINIO OMOSESSUALI

Nell’incontro per la Giornata della Memoria che si è svolto a Palazzo Lascaris lunedì 25 gennaio, ricordato un aspetto meno conosciuto dei campi di sterminio nazisti, quello nei confronti degli omosessuali.


“Le minacce di discriminazione basate sulle differenze sono purtroppo sempre attuali – commenta il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Rete Civica), organizzatore dell’incontro – e sono più alte tanto più ci si allontana nel tempo dagli eventi storici. Per questo sono importanti momenti di testimonianza e ricordo”.

Il rappresentante di Arcigay Marco Alessandro Giusta ha ripercorso le tappe delle discriminazioni sia in Italia che in Germania. In Italia gli omosessuali venivano ammoniti e poi mandati al confino anche soltanto sulla base di maldicenze, e spesso venivano “accusati” di omosessualità anche perseguitati politici.
Per quanto riguarda la Germania, prima del nazismo l’omosessualità, nonostante fosse “punita” dal noto Paragrafo 175 del codice penale, veniva tollerata al punto che a Berlino vi era una forte comunità libera che chiedeva pubblicamente la rimozione del paragrafo. Ma al regime hitleriano non andava giù e lo dimostrò con la Notte dei Lunghi Coltelli, nel 1934.
Nei campi di concentramento furono internati circa 10mila omosessuali, dei quali 8mila morirono, anche dopo atroci esperimenti. Delle donne omosessuali meno si conosce, se non che venivano internate come “asociali” o “prostitute”. Anche dopo la liberazione dei campi, molti omosessuali passarono da una prigionia all’altra, poiché furono incarcerati per un reato che venne meno solo nel 1994.


 


“La proposta di Giusta e di Arcigay affinché più che di Giornata della Memoria si parli di Giornata delle Memorie, al plurale, è del tutto condivisibile e la farò mia – conclude Monaco – Nel panorama attuale in cui l’omosessualità - che a me piace definire meglio omoaffettività - non è ancora del tutto esente da discriminazioni, dico che quando ci libereremo di ogni etichetta per definire un’altra persona, allora avremo una società migliore”.

Fino al 30 gennaio presso la Casa Arcobaleno di Porta Palazzo sono visitabili due mostre dedicate al tema: "Adelmo e gli altri – omosessuali al confino nel Materano" e "Rosa Cenere".


mercoledì 20 gennaio 2016

TESSERA TRASPORTO DISABILI: LA RISPOSTA ALLA MIA INTERROGAZIONE


LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA



Da sinistra l'autore del libro Alessandro Chiolo, Marco Giavelli di Luna Nuova, Tina Montinaro e il saluto del sindaco di Vaie, Ezio Merini 

Comunicato stampa
Il Consiglio Regionale vota all’unanimità la mozione per la costituzione di parte civile nei processi contro la criminalità mafiosa.

È passata oggi, martedì 19 gennaio, con l’unanimità dei voti (36 presenti) la mozione n. 613, primo firmatario il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Rete civica), che impegna la Giunta regionale a costituirsi parte civile nei processi per mafia o per criminalità organizzata, utilizzando personale interno all’Ente per sostenere i processi, cioè senza consulenze esterne.

La mozione è stata presentata a fine dicembre, ma proprio venerdì scorso a Vaie, in Valle di Susa, il Consigliere Monaco ha incontrato Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta del giudice Giovanni Falcone ucciso con lui nella strage di Capace del maggio 1992, in occasione della presentazione di un libro in cui è raccolta la sua testimonianza.
“Ne ho ammirato la forza e la determinazione nel portare avanti la lotta alla mafia che le ha ucciso il marito, con iniziative rivolte ai giovani. Ci ha messi in guardia sulle infiltrazioni mafiose anche al Nord - racconta Monaco - Per questo è ancora più importante che la Regione abbia un impegno preciso per la costituzione di parte civile”.

La mozione era firmata anche dai Consiglieri Allemano Paolo, Barazzotto Vittorio, Chiapello Maria Carla, Corgnati Giovanni, Ferrentino Antonio, Gariglio Davide, Grimaldi Marco.

Torino, 19 gennaio 2016

ARTICOLO DI LUNA NUOVA DI MARTEDì 19 GENNAIO 2016 


IL TESTO COMPLETO DELL'INTERVENTO IN AULA:
Esame mozione n. 613 presentata dai Consiglieri Monaco, Allemano, Barazzotto, Chiapello, Corgnati, Ferrentino, Gariglio e Grimaldi, inerente a "Costituzione di parte civile della Regione Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa"
  
MONACO Alfredo
  
Grazie, Presidente.
Ritengo che la mozione in discussione abbia dei caratteri di forte attualità, che sono diventati sempre più pregnanti ed importanti in questi ultimi mesi, ma che sono presenti già da qualche anno, purtroppo.
Mi consenta - è soltanto per una volta - un'espressione molto forte, inusueta e ovviamente non consona all'Aula, ma sono parole che ho preferito mutuare: "Le mafie" - non la mafia, anche se la frase originale parlava di mafia - "sono una montagna di 'drugia'", e con tutto il rispetto per gli elementi che sono frutto della digestione dei soggetti biologici, che poi vengono riutilizzati, la parola che ritengo offensiva è la prima.
Credo che il fenomeno sia poco noto, sotto certi aspetti: molti dicono che emana un cattivo odore che si sente da molto lontano: sbagliato. Non ha odore e si presenta apparentemente con le vesti della normalità. Nei giorni scorsi abbiamo visto, anche con apparente sorpresa da parte di chi firmava alcuni articoli di giornale, come fosse sorprendente che in Piemonte, a seguito di alcune indagini, fosse presente un comportamento omertoso e - oserei dire, invece - silenzioso da parte di soggetti che si vedevano, in qualche maniera, vittime costrette di organizzazioni criminose e criminali, che operano sul nostro territorio. Queste, invece, hanno delle caratteristiche in comune, in termini di intimidazione, e coltivano i propri affari proprio in seno ai difetti, alle carenze istituzionali e, a volte - me lo si permetta - anche laddove ci si accorge che esistono delle divergenze, sul tema, da parte del mondo della politica.
"Dichiararsi antimafia" - diceva, qualche anno fa, qualcuno - "oggi è una moda molto diffusa, ma pochissimi usano le espressioni nelle maniere corrette".
La settimana scorsa abbiamo avuto il piacere di avere ospite, sul nostro territorio (io ero presente, non come primo firmatario di questa mozione, perché mi ritengo un primus inter pares di questa mozione, ma in rappresentanza di tutti i colleghi che hanno firmato e mi auguro anche di coloro che non lo hanno fatto), a seguito della sua attività di promozione della legalità, la signora Tina Montinaro, la vedova del capo scorta di Giovanni Falcone.
E' venuta sul nostro territorio e ci ha raccontato alcune cose della mafia e alcune cose del comportamento che bisogna adottare: ci ha suggerito di essere normali, di avere dei comportamenti normali, di vicinanza e solidarietà fra i cittadini, perché questo è il primo elemento che ci permette di contrastare attività malavitose, mafiose o di organizzazioni di questo tipo.
Abbiamo approfondito con lei alcuni temi. Per esempio, un argomento che abbiamo riportato nella mozione è che ci sono delle Regioni che hanno già adottato, addirittura per legge, quello che noi oggi andiamo a chiedere in Aula. Poi siamo andati a verificare, come la signora ci ha suggerito facendoci notare due aspetti che non funzionano di questa legge che hanno nella Regione Sicilia; ma ce ne sono altre, adottate, che danno tanta valenza al tema e per questo proporrò anche una modifica della mozione. Cosa risulta, cioè? In Sicilia questa legge, che prevede per la Regione di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia, esiste dal 2008; e il politico ottiene due effetti, che gli sono favorevoli ma che poi non danno vantaggio reale alla vera lotta antimafia. Si spendono tanti soldi, tanti denari pubblici in consulenze per tutti questi processi; tutti: basta che sia coinvolto il 416 bis o ter e immediatamente vengono attivate delle consulenze - quindi, credo, denaro pubblico - per processi che non so quanto ledano l'immagine della Regione stessa.
A fronte di questo, andiamo a vedere nei bilanci in entrata cosa ha comportato tutta questa attività: scopriamo che le entrate in bilancio sono sempre zero. Un po' per leggi dello Stato, un po' perché molto spesso si tratta di recuperare beni confiscati che servono a pagare delle tasse, delle evasioni e tanti danni che già sono stati fatti - e l'Ente pubblico è l'ultimo a goderne un beneficio - questo sistema ha in realtà un costo sociale altissimo, dove il politico ha due apparenti vantaggi: il primo è quello di "essere antimafia" - si è costituito parte civile - e il secondo è quello di aver dato delle consulenze, che in realtà portano benefit pari a zero. Credo che in Sicilia, in Puglia e in altre Regioni si sia notato come tutto sommato si sia fatta un'azione che non è necessariamente quella della vera attività antimafia.
Un'altra legge che esiste e che ci è stata fatta notare sempre dalla signora Montinaro - che credo sia al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda il suo impegno antimafia e per quanto la mafia l'ha duramente colpita al cuore - protegge in qualche maniera tutte le vittime di mafia. Credo sia una legge splendida: tutti coloro che sono stati vittime di mafia in Sicilia possono quindi, facendo semplicemente una domanda, avere l'assunzione per chiamata diretta dalla Regione Sicilia. Ebbene, si scopre - e lei patisce molto questo aspetto, che sottopongo anche al giudizio dei singoli Consiglieri - che sono considerate vittime della mafia anche coloro che si sono dichiarati pentiti e i parenti di questi ultimi. Paradossalmente, quindi, lei si troverà da qui a qualche anno, ma già oggi, con molti dei mafiosi - fino a ieri mafiosi e poi dichiarati pentiti - con l'ufficio affianco al suo, a lavorare come lei che ha perso il marito nell'attentato che vide vittime principali dello Stato Giovanni Falcone con la moglie e quelli che vengono definiti i tre uomini della scorta; ma lei ovviamente preferisce ricordare che "i miei figli Gaetano e Giovanni non si chiamano 'Gaetano e Giovanni Scorta', ma si chiamano Montinaro".
Allora, torno all'espressione "montagna di merda" che ho usato a proposito della mafia; me la passi ancora per quest'ultima volta, Presidente. Credo sia importante ricordare come occorra star lontani da questa montagna di rifiuti pericolosissimi, che ha dimostrato in più occasioni di cominciare ad inserirsi bene nel nostro tessuto sociale. E si tratta di mafie: non soltanto della 'ndrangheta e della mafia, ma di organizzazioni criminose che stanno operando sul nostro territorio. Abbiamo degli anticorpi sociali importanti, ma non ne siamo immuni. Guai ad avere la presunzione di immaginare che siamo indenni dal problema solo perché lo riconosceremmo o lo riconosciamo.
Chiedo al mondo della politica, piuttosto, di essere compatto rispetto a questi temi. E chiedo di modificare anche la mozione, inserendo - proprio in virtù di quello che ho imparato la scorsa settimana dalla signora Montinaro - che non faremo consulenze a questo scopo e che i denari pubblici saranno spesi dall'organizzazione pubblica: che ci si costituisca per quello, quindi, e che non si faccia la gara delle consulenze esterne per affrontare questi processi.
Credo sia importante che ci si costituisca parte civile e che si possa dare anche alla Giunta - e così se ne assume anche le responsabilità, comunicando poi le scelte in Aula - il mandato di decidere quali sono i processi ai quali poi si aderisce, iscrivendosi e costituendosi, e quali sono, con le motivazioni, quelli per i quali non lo si fa.
Qualcuno ha fatto notare che forse fare una semplice mozione o un semplice ordine del giorno è un po' poco. Io invece credo sia proprio questo il momento in cui la politica si assume una vera responsabilità. Posso dire che un tema affrontato per legge dal giorno dopo scarica di responsabilità tutti coloro che l'hanno promossa: c'è la legge, viaggia tutto in automatico e tutti possono goderne i benefici, dimenticando che forse lì dobbiamo scrivere un capitolo speciale di costi.
Credo che invece, di volta in volta, la politica si debba assumere la responsabilità di fronte all'opinione pubblica, di fronte alla gente, di essere unita o di dire per quale motivo non fa delle cose. Ci sono dei processi nei quali secondo me merita in modo particolare essere presenti e altri casi che non producono dei reali danni all'immagine, trattandosi di processi che possono anche essere solo individuali e non relativi ad una reale rete criminosa. Sono infatti le grosse reti criminose e le infiltrazioni quando si veicolano grandi capitali e grandi quantità di denari che fanno danni.
Per questo motivo, chiedo la vicinanza a questo punto che oggi è in discussione, quale elemento che possa documentare la forte volontà antimafia e di legalità del nostro territorio, che pur è stata testimoniata in molti modi; ma dobbiamo tenere sempre più desta e alta la vigilanza sul nostro territorio.
A proposito della modifica - verrò poi al banco della Presidenza a formalizzarla - chiedo che l'impegno venga assunto esclusivamente con risorse pubbliche, quindi con fondi interni, senza ricorrere alle consulenze.
Grazie, Presidente.



SALVAGUARDIA ECCELLENZE CHIRURGIA VITREORETINICA




Comunicato stampa

“Ho chiesto la sospensione della votazione dell’ordine del giorno per la salvaguardia della sicurezza vitreoretinica in Piemonte poiché l’assessore Saitta ha compreso le difficoltà del settore e si è impegnato al dialogo”: così il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Rete Civica) commenta la decisione assunta oggi nella seduta del Consiglio.
Durante la trattazione dell’argomento, Monaco ha ricordato la sottoscrizione del suo ordine del giorno da parte di oltre 200 professionisti del settore Oculistico, personale sia pubblico che privato che ambulatoriale che del mondo universitario. Sono infatti 201 i medici e gli specialisti che hanno sottoscritto l’ordine del giorno, del Gradenigo, dell’Oftalmico, del Maria Vittoria, del centro Ipovisione, dell’ospedale di Aosta e 65 specialisti ambulatoriali del Sumai.

“A mio avviso nel tavolo di concertazione tra Assessorato e strutture convenzionate è mancato un attore: qualcuno che rappresentasse gli interessi dei pazienti - continua Monaco – La chirurgia vitreoretinica è altamente complessa e richiede un altissimo grado di specializzazione. Il Piemonte in questo settore può vantare eccellenze, una riconosciuta scuola di alto livello e gruppi di medici specialisti che, con il 1° gennaio, sono stati smembrati in diverse strutture. Alcune di queste équipe si trovano nelle strutture convenzionate, che però non possono più operare se non vi sono posti letto accreditati per permettere una degenza giusta per determinati tipi di operazioni”. A volte le patologie visive sono soltanto la punta dell’iceberg di multi patologie più complesse. Per questo molte operazioni non possono essere svolte in regime di day hospital.

“Il risparmio sul costo di determinate operazioni sarà a parer mio ampiamente superato dal costo che pagheremo, come Regione, per lo spostamento dei pazienti in altre Regioni o anche in altri Stati, dovendo così dare dei rimborsi che saranno molto alti. Quindi i costi reali saranno più alti di prima”, osserva Monaco.  

Certo occorre controllare i centri convenzionati, far rispettare regole rigorose, verificare che vengano date risposte efficienti alle richieste dei pazienti e del servizio sanitario.  

Dato che nella sua risposta l’assessore Saitta ha parlato di verifiche accurate nei prossimi due mesi, senza pregiudizi, per fare insieme valutazioni sulla risposta del “solo” pubblico alle esigenze dei malati, e che se sarà il caso si potranno fare modifiche alla convenzione, il Consigliere Monaco ha ritenuto di sospendere l’ordine del giorno, apprezzando l’apertura da parte dell’esponente della Giunta.

Naturalmente il tema verrà tenuto sotto osservazione.

Torino, 19 gennaio 2016 

DI SEGUITO IL COMUNICATO DEGLI OCULISTI


 E L'ARTICOLO SU CRONACAQUI DI OGGI 20 GENNAIO 2016




GIORNATA DELLA MEMORIA - LUNEDì 25


mercoledì 13 gennaio 2016

PERCHÉ I DISABILI DEVONO PAGARE PER IL RINNOVO DELLA TESSERA PER I MEZZI PUBBLICI?

                  

Interrogazione a risposta immediata


OGGETTO: SMART CARD “BIP” (Biglietto Integrato Piemonte). 
GENESI DEI COSTI E MOTIVO DI ADDEBITO ALL’AVENTE DIRITTO


Premesso che:
in coerenza con la nuova normativa, come previsto dalla DGR n 62-1987 del 31-7-2015, dal 1 febbraio 2016 la tessera gialla di libera circolazione in favore di persone diversamente abili sarà sostituita con la nuova smart card BIP (Biglietto Integrato Piemonte) dotata di un titolo annuale di libera circolazione valido su tutte l linee di trasporto pubblico nell’ambito del territorio regionale, permettendo un più agevole accesso ai servizi di trasporto pubblico regionale

agli interessati, e cioè a persone aventi diritto perché diversamente abili, è pervenuta una missiva a firma dell’Assessore competente Francesco Balocco con la quale si sottolineano i pregi della smart card in emissione, con particolaere riferimento al contenimento di costi che serviranno comunque ad implementare servizi al mondo della disabilità

nelle modalità di richiesta l’avente diritto dovrà presentare un bollettino postale che documenti il versamento di € 15,00 (bollettino che ha a sua volta un costo)

dall’analisi della procedura emerge che il richiedente deve sostenere il costo del bollettino, della fotocopia del documento di riconoscimento, della foto a colori, delle spese di spedizione verso Regione Piemonte e da Regione Piemonte (senza peraltro alcuna garanzia che la documentazione arrivi in Regione considerando che si richiede posta ordinaria)

il beneficiario deve avere una connessione INTERNET ed una discreta abilità alla navigazione online

caricare di un costo i beneficiari di una evidente agevolazione sociale, riconoscendone il grave disagio, appare in chiara contraddizione rispetto all’intento di sostegno al disagio
INTERROGA L’ASSESSORE
Nello specificare nel dettaglio la genesi dei costi della smart card e quali strumenti sono stati adottati per definirne il miglior costo di mercato, ovvero nello specificare quali ragioni e modalità tecniche hanno nei fatti caricato di un ulteriore costo una categoria per la quale si è operata una scelta di sostegno, su quali misure intende adottare per rimuovere un costo che appare ingiusto e mortificante verso le persone diversamente abili eventi diritto.


ATTENZIONE, CONTIENE RISPARMI!

IL TESTO DELLA LETTERA CHE HO INVIATO PRIMA DELLE FESTIVITÀ,
CON IL BILANCIO DI UN ANNO E MEZZO DI ATTIVITÀ IN CONSIGLIO REGIONALE
ATTENZIONE, CONTIENE RISPARMI!




Gruppo Consiliare Rete Civica
Dr. Alfredo Monaco

Gentile Famiglia,
a un anno e mezzo dall’elezione in Consiglio Regionale, voglio fare per un breve bilancio della mia attività e del Gruppo che rappresento a Palazzo Lascaris. I recenti attentati su civili inermi a Parigi, l’angosciante clima di guerra contro un nemico fantasma, si sommano alle preoccupazioni di una crisi economica che morde ancora ferocemente, rendendo un po’ mesto il periodo tradizionalmente festoso.
Come promesso da candidato, ho dedicato gran parte della mia attività di Consigliere al miglioramento della qualità dei servizi sanitari sia per i cittadini che per gli operatori.
Sono intervenuto, in particolare, sulla sicurezza nei parcheggi ospedalieri, nel riportare sicurezza nella Rianimazione di Rivoli, sulla grave carenza di personale (clamorosa in Ginecologia ed in Pediatria a Rivoli). Ancora, piccole ma significative migliorie nell’accoglienza presso il DEA di Rivoli.
Ho dato vita in Commissione Sanità al Gruppo di lavoro sullo stress del personale sanitario, registrandone alti livelli. Una prima risposta è lo sblocco di 600 assunzioni. Ma c’è ancora molto da fare. Molti sono i suggerimenti che ho fornito all’Assessore Saitta per la riforma della rete ospedaliera, anche sul Gradenigo e sul destino dell’Oculistica piemontese dopo la chiusura dell’Oftalmico. Sempre in ambito sanitario, mi sono battuto contro il taglio degli infermieri di notte sulle ambulanze, per ridurre i disagi della terapia anticoagulante, per la  mobilità tra Asl e servizio 118, per una migliore regolamentazione dell’attività veterinaria.
Altro tema su cui mi sono concentrato riguarda gli sprechi di nostri soldi: quelli recuperati andranno a vantaggio dei malati. 
Un esempio, di cui sono molto fiero: ho scovato e recuperato circa due milioni di euro ogni anno sui rimborsi spese dei revisori dei conti di ASL e ASO, con la legge 22/2015 da me scritta e proposta. Sono soldi che vengono restituiti ai bisogni dei malati.
Un altro risparmio è l’abolizione della pensione ai genitori degli stranieri (assegno sociale ai genitori ricongiunti di extracomunitari residenti in Italia). Si tratta di una norma che considero non equa verso gli Italiani, persino scandalosa. Nel solo Piemonte spendiamo oltre 17 dei 350 milioni che regaliamo in Italia ai genitori degli stranieri. Ho scritto una legge che elimina questa vergogna e spero che verrà discussa ed approvata nei prossimi mesi. 

Il racconto di 18 mesi di intenso lavoro fra la gente ed in aula non si esaurisce, ovviamente, in questi risultati. Allo stesso tempo non ho ovviamente sottratto il medico al territorio e, sebbene in aspettativa e senza assegno, continuo ad essere al servizio di chi ha bisogno. Questo perché penso che un chirurgo è patrimonio sia della gente sia dell’ospedale e va conservato.

Infine, poiché non sono fra chi oscura i nostri simboli di tradizione e radici culturali nel nome di un malinteso senso di accoglienza, auspico un felice Natale e maggiore serenità e sicurezza per domani, dopodomani e per ogni giorno del prossimo 2016. Per tutti!                                               

Cordialmente     

COSTITUZIONE PARTE CIVILE DELLA REGIONE NEI PROCESSI PER MAFIA


MOZIONE N. 613

COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DELLA REGIONE PIEMONTE NEI PROCESSI CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E MAFIOSA
Presentata dai Consiglieri regionali:
MONACO ALFREDO (primo firmatario), ALLEMANO PAOLO,
BARAZZOTTO VITTORIO, CHIAPELLO MARIA CARLA, CORGNATI GIOVANNI, FERRENTINO ANTONIO, GARIGLIO DAVIDE, GRIMALDI MARCO

Presentata in data 29/12/2015

OGGETTO: Costituzione di parte civile della Regione Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa.
Premesso che lo Statuto della Regione Piemonte, all'art. 56. comma 2. lett. e), prevede che la Giunta regionale delibera sulle liti attive e passive, nonché sulle rinunce e transazioni;
Considerato che, conseguentemente a quanto previsto dallo Statuto, rientra nella competenza della Giunta valutare anche la costituzione di parte civile;
Rilevato che la Regione Piemonte, con la legge 18 giugno 2007, n. 14 (Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafie), ha ritenuto di intervenire per contrastare il dilagante fenomeno
della criminalità organizzata e maliosa attraverso diverse tipologie di interventi, quali la promozione nelle scuole di iniziative volte alla diffusione dell'educazione alla legalità, ovvero il rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti dei soggetti a rischio di esposizione ad attività criminose di tipo mafioso oppure il monitoraggio e l'analisi dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso nelle sue diverse articolazioni, anche mediante l'istituzione di presidi distribuiti sul territorio regionale.
In altri termini, con la legge citata la Regione si prefigge di intervenire in più settori, da quello scolastico a quello sociale ed ambientale, per promuovere sia la conoscenza della cultura della legalità, sia la prevenzione della lotta contro la criminalità organizzata e mafiosa anche attraverso iniziative di sostegno alle vittime della criminalità e di sensibilizzazione della società civile;
Rilevato ulteriormente che con la L.r. 14/2007 sono stati istituiti la Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia (art. 2) e l'Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata di stampo mafioso e per la promozione della cultura della legalità (art. 5
quater);
Rilevato inoltre che la stessa legge n. 14/2007. all'articolo 7 bis, prevede che la Giunta regionale valuti l'adozione di misure legali volte alla tutela dei diritti e degli interessi lesi dalla criminalità organizzata e mafiosa, ivi compresa la costituzione in giudizio nei relativi procedimenti;
Ritenuto che il ricorso all'istituto della costituzione di parte civile da parte della Regione nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa possa costituire strumento idoneo ad intensificare la tutela delle vittime della criminalità di stampo mafioso;
Rilevato che alcune Regioni hanno previsto in legge l'obbligatorietà della costituzione di parte civile della Regione nei processi di mafia ed in particolare:
- la Regione Puglia,
- la Regione Umbria,
- la Regione Sicilia,
Ritenuto necessario che la Giunta regionale, nell'ambito della sua competenza e compatibilmente con le norme processuali civili e penali, adotti sempre un provvedimento in merito alla costituzione di parte civile della Regione Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa relativi agli illeciti verificatisi nel suo territorio;
Ritenuto altresì necessario che la Giunta regionale informi il Consiglio regionale sulle deliberazioni di costituzione di parte civile della Regione Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa nonché e delle ragioni che hanno portato all'eventuale mancata costituzione;
il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale
- a deliberare, nel rispetto delle norme processuali civili e penali, la costituzione di parte civile della Regione in tutti i processi contro la criminalità organizzata e le infiltrazioni mafiose relativi a fatti commessi nel territorio piemontese:
- ad informare il Consiglio regionale sulle deliberazioni di costituzione di parte civile della Regione

Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa nonché sulle motivazioni che hanno portalo all'eventuale mancata costituzione.