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mercoledì 20 gennaio 2016

LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA



Da sinistra l'autore del libro Alessandro Chiolo, Marco Giavelli di Luna Nuova, Tina Montinaro e il saluto del sindaco di Vaie, Ezio Merini 

Comunicato stampa
Il Consiglio Regionale vota all’unanimità la mozione per la costituzione di parte civile nei processi contro la criminalità mafiosa.

È passata oggi, martedì 19 gennaio, con l’unanimità dei voti (36 presenti) la mozione n. 613, primo firmatario il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Rete civica), che impegna la Giunta regionale a costituirsi parte civile nei processi per mafia o per criminalità organizzata, utilizzando personale interno all’Ente per sostenere i processi, cioè senza consulenze esterne.

La mozione è stata presentata a fine dicembre, ma proprio venerdì scorso a Vaie, in Valle di Susa, il Consigliere Monaco ha incontrato Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta del giudice Giovanni Falcone ucciso con lui nella strage di Capace del maggio 1992, in occasione della presentazione di un libro in cui è raccolta la sua testimonianza.
“Ne ho ammirato la forza e la determinazione nel portare avanti la lotta alla mafia che le ha ucciso il marito, con iniziative rivolte ai giovani. Ci ha messi in guardia sulle infiltrazioni mafiose anche al Nord - racconta Monaco - Per questo è ancora più importante che la Regione abbia un impegno preciso per la costituzione di parte civile”.

La mozione era firmata anche dai Consiglieri Allemano Paolo, Barazzotto Vittorio, Chiapello Maria Carla, Corgnati Giovanni, Ferrentino Antonio, Gariglio Davide, Grimaldi Marco.

Torino, 19 gennaio 2016

ARTICOLO DI LUNA NUOVA DI MARTEDì 19 GENNAIO 2016 


IL TESTO COMPLETO DELL'INTERVENTO IN AULA:
Esame mozione n. 613 presentata dai Consiglieri Monaco, Allemano, Barazzotto, Chiapello, Corgnati, Ferrentino, Gariglio e Grimaldi, inerente a "Costituzione di parte civile della Regione Piemonte nei processi contro la criminalità organizzata e mafiosa"
  
MONACO Alfredo
  
Grazie, Presidente.
Ritengo che la mozione in discussione abbia dei caratteri di forte attualità, che sono diventati sempre più pregnanti ed importanti in questi ultimi mesi, ma che sono presenti già da qualche anno, purtroppo.
Mi consenta - è soltanto per una volta - un'espressione molto forte, inusueta e ovviamente non consona all'Aula, ma sono parole che ho preferito mutuare: "Le mafie" - non la mafia, anche se la frase originale parlava di mafia - "sono una montagna di 'drugia'", e con tutto il rispetto per gli elementi che sono frutto della digestione dei soggetti biologici, che poi vengono riutilizzati, la parola che ritengo offensiva è la prima.
Credo che il fenomeno sia poco noto, sotto certi aspetti: molti dicono che emana un cattivo odore che si sente da molto lontano: sbagliato. Non ha odore e si presenta apparentemente con le vesti della normalità. Nei giorni scorsi abbiamo visto, anche con apparente sorpresa da parte di chi firmava alcuni articoli di giornale, come fosse sorprendente che in Piemonte, a seguito di alcune indagini, fosse presente un comportamento omertoso e - oserei dire, invece - silenzioso da parte di soggetti che si vedevano, in qualche maniera, vittime costrette di organizzazioni criminose e criminali, che operano sul nostro territorio. Queste, invece, hanno delle caratteristiche in comune, in termini di intimidazione, e coltivano i propri affari proprio in seno ai difetti, alle carenze istituzionali e, a volte - me lo si permetta - anche laddove ci si accorge che esistono delle divergenze, sul tema, da parte del mondo della politica.
"Dichiararsi antimafia" - diceva, qualche anno fa, qualcuno - "oggi è una moda molto diffusa, ma pochissimi usano le espressioni nelle maniere corrette".
La settimana scorsa abbiamo avuto il piacere di avere ospite, sul nostro territorio (io ero presente, non come primo firmatario di questa mozione, perché mi ritengo un primus inter pares di questa mozione, ma in rappresentanza di tutti i colleghi che hanno firmato e mi auguro anche di coloro che non lo hanno fatto), a seguito della sua attività di promozione della legalità, la signora Tina Montinaro, la vedova del capo scorta di Giovanni Falcone.
E' venuta sul nostro territorio e ci ha raccontato alcune cose della mafia e alcune cose del comportamento che bisogna adottare: ci ha suggerito di essere normali, di avere dei comportamenti normali, di vicinanza e solidarietà fra i cittadini, perché questo è il primo elemento che ci permette di contrastare attività malavitose, mafiose o di organizzazioni di questo tipo.
Abbiamo approfondito con lei alcuni temi. Per esempio, un argomento che abbiamo riportato nella mozione è che ci sono delle Regioni che hanno già adottato, addirittura per legge, quello che noi oggi andiamo a chiedere in Aula. Poi siamo andati a verificare, come la signora ci ha suggerito facendoci notare due aspetti che non funzionano di questa legge che hanno nella Regione Sicilia; ma ce ne sono altre, adottate, che danno tanta valenza al tema e per questo proporrò anche una modifica della mozione. Cosa risulta, cioè? In Sicilia questa legge, che prevede per la Regione di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia, esiste dal 2008; e il politico ottiene due effetti, che gli sono favorevoli ma che poi non danno vantaggio reale alla vera lotta antimafia. Si spendono tanti soldi, tanti denari pubblici in consulenze per tutti questi processi; tutti: basta che sia coinvolto il 416 bis o ter e immediatamente vengono attivate delle consulenze - quindi, credo, denaro pubblico - per processi che non so quanto ledano l'immagine della Regione stessa.
A fronte di questo, andiamo a vedere nei bilanci in entrata cosa ha comportato tutta questa attività: scopriamo che le entrate in bilancio sono sempre zero. Un po' per leggi dello Stato, un po' perché molto spesso si tratta di recuperare beni confiscati che servono a pagare delle tasse, delle evasioni e tanti danni che già sono stati fatti - e l'Ente pubblico è l'ultimo a goderne un beneficio - questo sistema ha in realtà un costo sociale altissimo, dove il politico ha due apparenti vantaggi: il primo è quello di "essere antimafia" - si è costituito parte civile - e il secondo è quello di aver dato delle consulenze, che in realtà portano benefit pari a zero. Credo che in Sicilia, in Puglia e in altre Regioni si sia notato come tutto sommato si sia fatta un'azione che non è necessariamente quella della vera attività antimafia.
Un'altra legge che esiste e che ci è stata fatta notare sempre dalla signora Montinaro - che credo sia al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda il suo impegno antimafia e per quanto la mafia l'ha duramente colpita al cuore - protegge in qualche maniera tutte le vittime di mafia. Credo sia una legge splendida: tutti coloro che sono stati vittime di mafia in Sicilia possono quindi, facendo semplicemente una domanda, avere l'assunzione per chiamata diretta dalla Regione Sicilia. Ebbene, si scopre - e lei patisce molto questo aspetto, che sottopongo anche al giudizio dei singoli Consiglieri - che sono considerate vittime della mafia anche coloro che si sono dichiarati pentiti e i parenti di questi ultimi. Paradossalmente, quindi, lei si troverà da qui a qualche anno, ma già oggi, con molti dei mafiosi - fino a ieri mafiosi e poi dichiarati pentiti - con l'ufficio affianco al suo, a lavorare come lei che ha perso il marito nell'attentato che vide vittime principali dello Stato Giovanni Falcone con la moglie e quelli che vengono definiti i tre uomini della scorta; ma lei ovviamente preferisce ricordare che "i miei figli Gaetano e Giovanni non si chiamano 'Gaetano e Giovanni Scorta', ma si chiamano Montinaro".
Allora, torno all'espressione "montagna di merda" che ho usato a proposito della mafia; me la passi ancora per quest'ultima volta, Presidente. Credo sia importante ricordare come occorra star lontani da questa montagna di rifiuti pericolosissimi, che ha dimostrato in più occasioni di cominciare ad inserirsi bene nel nostro tessuto sociale. E si tratta di mafie: non soltanto della 'ndrangheta e della mafia, ma di organizzazioni criminose che stanno operando sul nostro territorio. Abbiamo degli anticorpi sociali importanti, ma non ne siamo immuni. Guai ad avere la presunzione di immaginare che siamo indenni dal problema solo perché lo riconosceremmo o lo riconosciamo.
Chiedo al mondo della politica, piuttosto, di essere compatto rispetto a questi temi. E chiedo di modificare anche la mozione, inserendo - proprio in virtù di quello che ho imparato la scorsa settimana dalla signora Montinaro - che non faremo consulenze a questo scopo e che i denari pubblici saranno spesi dall'organizzazione pubblica: che ci si costituisca per quello, quindi, e che non si faccia la gara delle consulenze esterne per affrontare questi processi.
Credo sia importante che ci si costituisca parte civile e che si possa dare anche alla Giunta - e così se ne assume anche le responsabilità, comunicando poi le scelte in Aula - il mandato di decidere quali sono i processi ai quali poi si aderisce, iscrivendosi e costituendosi, e quali sono, con le motivazioni, quelli per i quali non lo si fa.
Qualcuno ha fatto notare che forse fare una semplice mozione o un semplice ordine del giorno è un po' poco. Io invece credo sia proprio questo il momento in cui la politica si assume una vera responsabilità. Posso dire che un tema affrontato per legge dal giorno dopo scarica di responsabilità tutti coloro che l'hanno promossa: c'è la legge, viaggia tutto in automatico e tutti possono goderne i benefici, dimenticando che forse lì dobbiamo scrivere un capitolo speciale di costi.
Credo che invece, di volta in volta, la politica si debba assumere la responsabilità di fronte all'opinione pubblica, di fronte alla gente, di essere unita o di dire per quale motivo non fa delle cose. Ci sono dei processi nei quali secondo me merita in modo particolare essere presenti e altri casi che non producono dei reali danni all'immagine, trattandosi di processi che possono anche essere solo individuali e non relativi ad una reale rete criminosa. Sono infatti le grosse reti criminose e le infiltrazioni quando si veicolano grandi capitali e grandi quantità di denari che fanno danni.
Per questo motivo, chiedo la vicinanza a questo punto che oggi è in discussione, quale elemento che possa documentare la forte volontà antimafia e di legalità del nostro territorio, che pur è stata testimoniata in molti modi; ma dobbiamo tenere sempre più desta e alta la vigilanza sul nostro territorio.
A proposito della modifica - verrò poi al banco della Presidenza a formalizzarla - chiedo che l'impegno venga assunto esclusivamente con risorse pubbliche, quindi con fondi interni, senza ricorrere alle consulenze.
Grazie, Presidente.



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