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lunedì 28 novembre 2016

Foodora, stop allo sfruttamento

Ho voluto firmare l’ordine del giorno del collega Consigliere Grimaldi sulle condizioni di lavoro dei fattorini di Foodora che il Consiglio Regionale ha votato all’unanimità nella seduta di mercoledì 9.
Il documento chiede alla Giunta un impegno in sede di Conferenza Stato-Regioni per arrivare a una regolamentazione del settore delle “nuove economie”; nei mesi scorsi si era evidenziato nel caso specifico come i lavoratori vengano pagati una miseria. Occorre dare una regolazione contrattuale e fiscale diversa, come avviene ad esempio, per la stessa ditta, in altri stati europei.

Cliccando qui articolo de La Stampa sulla questione e cliccando qui  una ricostruzione di tutta la vicenda

Referendum, due-tre cosette

Mercoledì 23 una bella e partecipata serata di approfondimento della Riforma articolo per articolo grazie alla spiegazione del Professor Francesco Pallante, associato di Diritto Costituzionale all’Università di Torino e del sottoscritto.
Accanto alle fotografie, alcune mie considerazioni sul Referendum.

Spavaldi supporters del “SI” affermano che “La Riforma Renzi-Boschi prova a dare soluzione ad alcuni problemi... sono 70 anni di immobilismo e bisogna decidere in fretta...”
Incuriosito ho voluto approfondire la questione ed ho scoperto che dal 1948 ad oggi sono ben 48 le Leggi Costituzionali approvate in Italia di cui 5 dall'Assemblea Costituente e le altre dal Parlamento con le procedure dell'Art. 138 della Costituzione. Di queste 7 sono le modifiche approvate negli ultimi 15 anni e quella più corposa, che ha generato grave confusione e conflitto istituzionale, che è sotto gli occhi di tutti, è quella del Titolo V, del 2001, promossa dal centro-sinistra, da solo, esattamente come ha fatto Renzi. Per la vetustà non è irrilevante annotare che la Costituzione degli U.S.A. ha 230 anni circa e nessuno si sogna di cambiarla.
Si, ma la Riforma risolve i problemi e migliora l'Italia. I problemi a cui penso immediatamente sono di ordine politico, economico, culturale ed affondano le proprie radici non certo nell'Art. 138 della Costituzione ma penso a corruzione, responsabilità pubbliche ad individui imbarazzanti e disoneste, criminalità organizzata fiorente e microcriminalità dilagante, disoccupazione, evasione fiscale, degradato senso civico e culturale generale, eccessiva burocrazia derivante da leggi mal scritte e peggio interpretate (vedi la Riforma della P.A., detta Riforma Madia: appena bocciata dalla Consulta perché mal scritta), limitata capacità industriale ed imprenditoriale, conflitti di interessi... Non una parola nella Riforma che risolva non tutti, ma almeno uno di questi problemi! Che so, almeno la corruzione...immunità estesa ai Consiglieri Regionali nominati Senatori, questa la risposta riformista. Ma restiamo sul tema “Aboliamo il Senato ed i suoi costi...” ad essere precisi si abolisce l'elezione dei Senatori da parte dei cittadini, ed il risparmio sventolato è pari, secondo la Ragioneria dello Stato, a 49 milioni di Euro. Come dire, se fornissero un contributo più “magro” ad un torneo di Golf, il risparmio sarebbe maggiore (vedi finanziaria)...
Ma poi di cosa si occupa questo Senato di Consiglieri Regionali e Sindaci? Non mi dilungo sul fatto che è impossibile conciliare le 2 attività, se ben fatte, e lo dico da Consigliere Regionale, ma restare sul tema: è un organo permanente, che non si scioglie mai (si cambiano i Senatori man mano che si rinnovano i Consigli Regionali); non mette la fiducia al Governo; non ha un campo legislativo esclusivo e può legiferare solo insieme alla Camera. Fa leggi, revisioni ed attuazione costituzionali;
referendum popolari e propositivi; alcune questioni di principio e norme generali; leggi su enti locali come Comuni, Città Metropolitane e Regioni e, la più insidiosa... leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, nonché recepisce le Direttive Europee... Questo è un punto sul quale soffermarsi un attimo a riflettere: Una Direttiva è una Legge Europea e deve essere recepita e ratificata. Un Senato che ha un verso politico diverso dal Capo del Governo può creare un “ostruzionismo” rallentando o bloccando una Direttiva. Che fa il Governo? Mette la fiducia? Non può! Il Governo non è sottoposto a fiducia del Senato ma su alcuni temi, come le questioni Europee, può paralizzare un percorso Istituzionale con blocco del sistema... E questa come la spiegano Renzi-Boschi?

Secondo argomento per me molto importante: PIU' FACILE DICHIARARE LO STATO DI GUERRA
Il nuovo art. 78, che entrerà in Costituzione dovesse vincere il Sì, recita: “La Camera dei deputati delibera a maggioranza assoluta lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari”.
Fermo restando l'articolo 11 della attuale Costituzione, sarà molto più semplice deliberare lo stato di guerra. Bocciato anche l'emendamento che chiedeva il 66% dei voti per tale delibera. Ciò significa che il contingente di soldati italiani della “punta di lancia”, ossia il Vjtf – “Very High Readiness Joint Task Force” – la cosiddetta task force di intervento immediato in caso di emergenza, che sarà schierato dal 2017 sul confine fra Lituania e Russia potrà essere in STATO DI GUERRA CON LA SOLA VOTAZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI NOMINATI... ADESSO PENSI ANCORA DI VOTARE SI?


 
Infine, un gustoso Claudio Santamaria che legge un articolo prima e dopo... link al video

25 novembre Giornata contro la violenza sulle Donne

Un gruppo di amici ha ideato questa iniziativa, persone comuni che "ci mettono la faccia".
Ho aderito con piacere.
In questi giorni il manifesto è stato affisso in Val Sangone.

giovedì 10 novembre 2016

Accorpamento? No, grazie!



Oggi la Commissione Sanità discute dell’accorpamento delle Asl To1 e To2. 
Voglio essere chiaro: per me non sempre unire significa risparmiare, e lo abbiamo già visto in passato. Basti pensare alla Asl To 3, nata dall’accorpamento della ex 5 e ex 10: si sono dovuti registrare tutti i passaggi di proprietà al nuovo ente, si è fatto un logo nuovo e si sono avviate nuove organizzazioni di procedure e personale. Oggi ci sono due sedi fisiche molto distanti, un territorio enorme, malumori e costi. Ha funzionato?
Siamo sicuri che accorpare significhi produrre maggior efficienza? Non sarebbe meglio far funzionare bene l’esistente invece di continuare ad insistere con accorpamenti che disorientano il personale e l’utenza?
A sostegno della mia tesi anche un articolo di Stefano Simonetti sul Sole24ore del 2 giugno scorso, Speciale Sanità: “ .... gli accorpamenti generano immancabili costi organizzativi e sociali .... le linee gerarchiche si dissolvono e i risultati in termini di efficacia dei percorsi assistenziali ma anche dell’azione amministrativa sono inevitabilmente a rischio .... nei confronti del personale dipendente un eccesso di cambiamenti nel breve periodo non può che causare difficoltà operative e forse disaffezione per il proprio lavoro”.

mercoledì 9 novembre 2016

NON SOLO CONTI, SI PARLI DI SERVIZI SANITARI




IL PIANO DI RIENTRO PORTA INEFFICIENZE
ALCUNI ESEMPI DI POSSIBILI RISPARMI 
 L'INTERVENTO NEL DIBATTITO DI OGGI IN AULA 
SULL’AUMENTO DI STIPENDIO AI DIRETTORI DELLA SANITÀ

Nutro forti perplessità su quanto riferito dall’Assessore Saitta: mi sta bene che il ruolo dirigenziale e manageriale di alta qualità vada retribuito bene e alla pari di quanto succede in altre regioni, però non sono state aggiunte informazioni sulle quali sarebbe meglio riflettere.
Saitta ha detto di aver dato un contributo a seguito di obiettivi molto precisi ai Direttori generali; io mi sarei auspicato di veder valutare il loro operato al termine del loro percorso, invece mi sembra che li abbia già promossi tutti dando un certificato di garanzia per il futuro. Mi permetto di far rilevare che la scorsa estate c’è stato in Provincia di Torino un caso clamoroso, di un Direttore Sanitario che si è autopromosso e l’unica cosa che è stata detta dall’Assessorato è che “probabilmente non era opportuno”; per me non soltanto era inopportuno, ma ha avuto persino l’avallo del Direttore Generale! In quella circostanza bisognava fare di più.
Sì è vero, i conti vanno meglio ma non siamo ancora fuori dal piano di rientro: mi dispiace perché si parla tanto di conti, ma non si dice di come e quanto sono migliorati i servizi sanitari.
Saitta ha fatto riferimento a “una sensazione di minore conflitto tra personale e direzioni”, ma anche qui voglio ricordare che avevo proposto in Quarta Commissione un’inchiesta sul burn out (stress da lavoro) del personale. Del resto, se il metodo di valutazione è andare negli ospedali facendosi annunciare e accompagnare dai Direttori, allora certo che si ha la percezione di un clima sereno in cui tutto funziona.
Inviterei chi ha facce pubbliche meno note ad andare negli ospedali in anonimato, a sedersi nei pronto soccorso, parlare con i pazienti e con il personale per sapere quali sono davvero i reali temi che stanno affliggendo la sanità piemontese.
Scoprirebbe che c’è una sorta di avvilimento al quale sembra non esserci possibilità di porre rimedio. L’applicazione di quanto richiesto per uscire dal piano di rientro ha comportato delle ulteriori inefficienze e faccio qualche esempio. Perché a Tortona c’è una chirurgia di alta efficienza senza la cardiologia?
Perché non si parla della mobilità passiva che è in aumento? La Lombardia specula su situazioni che ci costano non poco: ad esempio un paziente inviato all’IEO dopo l’accettazione viene rinviato in Piemonte, che quindi paga due volte e deve eseguire lo studio diagnostico del paziente. Quindi a noi spettano i costi del paziente e alla Lombardia i pagamenti (due, prima e dopo). Quindi a poco vale la “scusa” che nella trattativa generale si stia trattando per uno sconto del 40-50% su questi costi: io preferirei pagare il giusto, ma per un lavoro ben fatto.
Mi è sembrato insomma che l’assessore Saitta abbia parlato quasi come una “controfigura” dell’assessore Reschigna, in una specie di surroga che ci ha portati a parlare di bilancio e non di sanità, senza cioè sapere cosa si sta facendo in termini di miglioramento del servizio.
Vogliamo parlare di altri risparmi possibili?
1 Se raccogliessimo e trattassimo in modo corretto i rifiuti sanitari speciali avremmo un forte risparmio.
2 Si potrebbe concentrare la chirurgia robotica di alta specializzazione
3 Infine, un argomento che ho già portato alla ribalta più volte, ma purtroppo ancora non è stato discusso: alcuni servizi del 118 continuano ad essere costosissimi e non validi dal punto di vista dell’efficienza: un’ora di volo dell’elisoccorso ci costa 2500-2600 euro per un servizio di trasferimento indiretto, peraltro con un sistema Gps sperimentale non sicuro e non approvato in modo definitivo.