Ecco la sintesi del mio intervento:
- Apprezzo il complesso lavoro
dell’Assessore Saitta e il fatto che quanto illustrato sia una bozza di linee
guida sulle quali si può ancora intervenire.
- Spesso la medicina territoriale (esclusi
i medici di famiglia) è di tipo difensivo, con personale non adeguatamente
formato e senza gli strumenti adatti di diagnostica, mentre dobbiamo porre come
punto quello della sicurezza. Ovvero: credo l'utente abbia l’impressione di
ricevere un servizio che dovrebbe essere di pari qualità - o, almeno, di pari
sicurezza - rispetto ad altre strutture e invece si innesca un meccanismo che
rischia di essere vizioso, cioè quello del trincerarsi, da parte del presidio,
dietro l’impossibilità di erogare dei servizi di alta qualità o di rispondere
al quesito in termini diagnostici, perché mancano le strumentazioni che sono invece
appannaggio di strutture di più elevata complessità.
- Distinguere bene per la popolazione la
differenza tra Ppi, punti di primo intervento, e Pronto soccorso.
- Costituire un reale filtro sul
territorio, prima dell’ospedale.
- ridurre la presenza
dei dipartimenti e delle strutture interdipartimentali, sovradipartimentali,
iperdipartimentali … che costano moltissimo e rendere la struttura
amministrativa più snella.
- mettere mano
alla gestione del sistema 118 e in particolare di quello notturno, che oggi è
pagato a gettoni e quindi ad altissimo costo.
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