La risposta dell’assessore Saitta alla mia interrogazione
sui disagi per i pazienti in Terapia Anticoagulante orale (Tao) presso il
presidio sanitario di Giaveno non mi soddisfa.
L’assessore ha riportato numeri
e dati pari pari a quelli forniti nei giorni scorsi dall’Asl TO3 ai mezzi di
comunicazione, senza fornire spiegazioni esaurienti. Viene detto che al
Laboratorio analisi di Rivoli non c’è personale adatto alla preparazione dello
schema terapeutico, ma a me risultano in servizio sette medici più sette
biologi più ancora un biologo a Susa. Invece di prendere questo modello di
efficienza, che consentiva il minimo disagio all’utenza e la preparazione
accurata di uno schema terapeutico per i pazienti Tao, e portarlo ad esempio
anche per altre zone, la Regione ha fatto il percorso inverso, chiudendo
progressivamente i Laboratori che fornivano questo servizio e ribaltando la
patata bollente sui malati e sui medici di famiglia. Medici che elogio perché
(nella maggior parte dei casi) hanno supplito bene e velocemente alla nuova
organizzazione. Per quanto riguarda i malati, è chiaro il disagio che hanno
subito, con più spostamenti, nonché lo stress di capire la nuova situazione e,
in alcuni casi, anche i rimbrotti dei medici.
Ma se il Laboratorio Analisi di Rivoli continua a seguire
434 pazienti (sugli 867 del Distretto giavenese, circa la metà) perché definiti
complessi, cronici o a domicilio, perché creare tutto questo “ambaradan” per l’altra
metà? Visto che si parla di mediamente 21 pazienti per ogni MMG, era proprio
necessario smontare un servizio funzionante e smembrarlo?
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