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martedì 30 giugno 2015

Tao, una risposta che non mi soddisfa

La risposta dell’assessore Saitta alla mia interrogazione sui disagi per i pazienti in Terapia Anticoagulante orale (Tao) presso il presidio sanitario di Giaveno non mi soddisfa. 


L’assessore ha riportato numeri e dati pari pari a quelli forniti nei giorni scorsi dall’Asl TO3 ai mezzi di comunicazione, senza fornire spiegazioni esaurienti. Viene detto che al Laboratorio analisi di Rivoli non c’è personale adatto alla preparazione dello schema terapeutico, ma a me risultano in servizio sette medici più sette biologi più ancora un biologo a Susa. Invece di prendere questo modello di efficienza, che consentiva il minimo disagio all’utenza e la preparazione accurata di uno schema terapeutico per i pazienti Tao, e portarlo ad esempio anche per altre zone, la Regione ha fatto il percorso inverso, chiudendo progressivamente i Laboratori che fornivano questo servizio e ribaltando la patata bollente sui malati e sui medici di famiglia. Medici che elogio perché (nella maggior parte dei casi) hanno supplito bene e velocemente alla nuova organizzazione. Per quanto riguarda i malati, è chiaro il disagio che hanno subito, con più spostamenti, nonché lo stress di capire la nuova situazione e, in alcuni casi, anche i rimbrotti dei medici.

Ma se il Laboratorio Analisi di Rivoli continua a seguire 434 pazienti (sugli 867 del Distretto giavenese, circa la metà) perché definiti complessi, cronici o a domicilio, perché creare tutto questo “ambaradan” per l’altra metà? Visto che si parla di mediamente 21 pazienti per ogni MMG, era proprio necessario smontare un servizio funzionante e smembrarlo?


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