Pagine

giovedì 19 maggio 2016

ADELMO CERVI E LA COSTITUZIONE

 






Il 5 maggio scorso è stato ospite a Giaveno Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli Cervi uccisi dai fascisti in provincia di Reggio Emilia nel 1943.
Un uomo schietto, che ora si batte per la Costituzione. Si può essere d’accordo o meno sulle Riforme costituzionali, mi pare comunque importante riportare alcune delle cose che ha detto quella sera davanti a un folto e interessato pubblico.

“La gente va valutata per quello che fa e non per quello che dice. Racconto la storia della mia famiglie per una testimonianza e ancora di più perché ci sproni a cosa dovremmo fare per essere degni di questi martiri, lottando contro le ingiustizie che abbiamo oggi. Bisogna sognare di creare mondi di giustizia e se non ce la facciamo, almeno tramandare a figli e nipoti per la speranza di avere un giorno mondo migliore. Dire ciò che si sente dentro e cosa portare avanti. Dobbiamo partecipare comunque anche se è pesante e io so cosa vuol dire quando le cose vanno di traverso. Votare sempre. I diritti li abbiamo conquistati, la repubblica democratica e il poter discutere, mentre mio padre non poteva farlo. Dobbiamo essere orgogliosi di poter festeggiare il 25 aprile. La Costituzione italiana è una delle migliori nel mondo per dare speranza di mondo giusto a tutti; è un'arma potente che non è stata usata. La mia battaglia è che ogni partito al primo punto dica che sia applicata la costituzione, e alle riforme ci penseremo dopo. Bisogna rivendicare i propri diritti.  Inoltre la Costituzione dice che ogni cittadino deve avere un minimo come garanzia e non è così. Costituzione è arma efficace per fare cose insieme. Non un minuto di silenzio, ma un minuto di grida!”

La storia dei Fratelli Cervi si trova cliccando qui



Nessun commento:

Posta un commento