Il Team de "La piazza dei mestieri" che ha servito il pranzo a base di selvaggina |
I relatori hanno sottolineato i cambiamenti intervenuti
negli ultimi anni nella fauna selvatica; ad esempio Lorenzo Bevilacqua si augura che si possa
commercializzare la carne della selvaggina in modo proficuo poiché il
territorio abbandonato produce più ungulati e danni agli agricoltori, anche in
pianura.
Il Presidente regionale di ArciCaccia, Remo Calcagno, spera che il mondo venatorio
e quello agricolo possano trovare un’intesa per trasformare un problema in una
risorsa, che può anche essere una fonte di reddito per tutto il territorio.
Inoltre, che le associazioni possano parlare con le istituzioni, in modo da
valorizzare la selvaggina.
Il tavolo dei relatori |
Con Sorrentino e Ferrero |
L'intervento dell'Assessore |
L’assessore Giorgio
Ferrero ha parlato di apertura, di essere aperti come mentalità. La nuova
legge sulla caccia è in itinere da un anno e mezzo, lui è prudentemente
ottimista poiché un gruppo di lavoro sta vagliando il testo, ognuno con il suo
contributo e c’è la volontà di portarla a breve in aula per la votazione. La
riforma degli ATC e dei CA, anche se tutto è migliorabile, lo rende orgoglioso
e sarà inserita in legge perché ci sono state notevoli semplificazioni
amministrative. Inoltre ci sarà una parte che prevede un collegio di revisori
dei conti composto da cinque persone, unico per tutte le estensioni
territoriali, professionisti nominati dalla Regione che permetteranno una
maggiore trasparenza. Un buon obiettivo che ci si può porre è quello di
arrivare a vendere in modo chiaro la carne selvatica, liberando al contempo dai
tanti danni all’agricoltura che è un controsenso pagare in momenti di crisi.
Inoltre, la carne selvatica è di ottima qualità e può portare posti di lavoro,
turismo, enogastronomia. La parola chiave è EQUILIBRIO.
Roberto Barbero di Cia |
Il Presidente della Cia, associazione di categoria degli
agricoltori, Roberto Barbero,
auspica che non solo a livello territoriale ma anche nazionale si cominci a
parlare non soltanto più di tutela della fauna ma meglio di gestione della
stessa. È necessario intervenire sul mercato nero della carne che rovina la
filiera. E non si sottovaluti il fatto che gli ungulati scappano in pianura
anche per l’arrivo del lupo in montagna.
Giorgio Cugno, Italcaccia |
Il Presidente regionale di Italcaccia, Giorgio Cugno è stato un fautore degli
accorpamenti di ATC e Ca, ma ritiene che questo non abbia portato a
significativi risparmi quando non accompagnato da una buona volontà di gestione
degli amministratori. In alcuni enti di gestione sono troppi i soldi dei
cacciatori spesi per spese amministrative e non per la gestione del territorio.
Nel mio intervento, ho sottolineato come sia paradossale che
venga visto come problema l’abbondanza di ungulati visto che nel passato la
loro carne, di ottima qualità, era appannaggio soltanto della corte del Re. L’Europa
del Sud ha dovuto persino con le scritture religiose limitare l’apporto di
carne (non il venerdì) perché la selvaggina allora c’era ma non in modo
sufficiente per tutti. Per trasformare quindi in risorsa l’eccesso di ungulati
servono delle tecniche che “trovino la quadra”, naturalmente sono a favore
della commercializzazione trasparente eliminando il nero e ritengo in generale
che gli onesti abbiano soltanto da guadagnare dal fatto che vi siano regole
chiare e trasparenti. Avverto con piacere l’interesse da parte del mondo
venatorio, che spero cammini sempre più compatto sulla strada della condivisione.
In un mondo tutto virtuale, quello della caccia è rimasto un mondo che mantiene
i contatti tra le persone che condividono una passione e in cui le squadre non
hanno al loro interno le divisioni sociali.
Pubblico |
Sergio Sorrentino,
presidente nazionale ArciCaccia vorrebbe “le tre P”: produzione (produrre
ambiente e produrre fauna), protezione (degli animali e dell’agricoltura) e
prelievi (sostenibili e trasparenti). ArciCaccia è contraria alla vendita di
carne in nero. Ricorda che la selvaggina è composta per il 30 per cento da
grandi animali e per il 70 per cento da piccoli. Che la caccia è un grande
aggregatore sociale, che annulla le categorie. L’assessorato ha il dovere di
fare una legge equilibrata che dia certezze. La filiera per la carne è
fondamentale; quella di cinghiale, ad esempio, non contiene antibiotici e ha
invece proteine nobili ed è povera di lipidi: è un dono della Natura e dobbiamo
fare noi una filiera che abbia dei controlli sanitari seri, con ad esempio
delle cooperative, a cui si potranno aggregare eventi enogastronomici, perché
questa carne così buona si aggancia con olio, vino, pasta…
Infine il sindaco di Strambino, Sonia Cambursano, ha concluso gli interventi ritenendo che “la chiave di
tutto è contemperare tutte le esigenze, senza fondamentalismi, ma con la chiave
nel dialogo tra le parti”.
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