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mercoledì 28 giugno 2017

CONVEGNO DOMENICA SCORSA A STRAMBINO: "BUONO E SELVATICO"

Il Team de "La piazza dei mestieri"
che ha servito il pranzo a base di selvaggina
Domenica 25 giugno a Crotte di Strambino ho partecipato alla manifestazione “Caccia ambiente natura”, all’interno della quale si è svolto il dibattito “Buono e selvatico”.
I relatori hanno sottolineato i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nella fauna selvatica; ad esempio Lorenzo Bevilacqua si augura che si possa commercializzare la carne della selvaggina in modo proficuo poiché il territorio abbandonato produce più ungulati e danni agli agricoltori, anche in pianura.

Il Presidente regionale di ArciCaccia, Remo Calcagno, spera che il mondo venatorio e quello agricolo possano trovare un’intesa per trasformare un problema in una risorsa, che può anche essere una fonte di reddito per tutto il territorio. Inoltre, che le associazioni possano parlare con le istituzioni, in modo da valorizzare la selvaggina.
Il tavolo dei relatori
Con Sorrentino e Ferrero
L'intervento dell'Assessore

L’assessore Giorgio Ferrero ha parlato di apertura, di essere aperti come mentalità. La nuova legge sulla caccia è in itinere da un anno e mezzo, lui è prudentemente ottimista poiché un gruppo di lavoro sta vagliando il testo, ognuno con il suo contributo e c’è la volontà di portarla a breve in aula per la votazione. La riforma degli ATC e dei CA, anche se tutto è migliorabile, lo rende orgoglioso e sarà inserita in legge perché ci sono state notevoli semplificazioni amministrative. Inoltre ci sarà una parte che prevede un collegio di revisori dei conti composto da cinque persone, unico per tutte le estensioni territoriali, professionisti nominati dalla Regione che permetteranno una maggiore trasparenza. Un buon obiettivo che ci si può porre è quello di arrivare a vendere in modo chiaro la carne selvatica, liberando al contempo dai tanti danni all’agricoltura che è un controsenso pagare in momenti di crisi. Inoltre, la carne selvatica è di ottima qualità e può portare posti di lavoro, turismo, enogastronomia. La parola chiave è EQUILIBRIO.
Roberto Barbero di Cia

Il Presidente della Cia, associazione di categoria degli agricoltori, Roberto Barbero, auspica che non solo a livello territoriale ma anche nazionale si cominci a parlare non soltanto più di tutela della fauna ma meglio di gestione della stessa. È necessario intervenire sul mercato nero della carne che rovina la filiera. E non si sottovaluti il fatto che gli ungulati scappano in pianura anche per l’arrivo del lupo in montagna.
Giorgio Cugno, Italcaccia

Il Presidente regionale di Italcaccia, Giorgio Cugno è stato un fautore degli accorpamenti di ATC e Ca, ma ritiene che questo non abbia portato a significativi risparmi quando non accompagnato da una buona volontà di gestione degli amministratori. In alcuni enti di gestione sono troppi i soldi dei cacciatori spesi per spese amministrative e non per la gestione del territorio.

Nel mio intervento, ho sottolineato come sia paradossale che venga visto come problema l’abbondanza di ungulati visto che nel passato la loro carne, di ottima qualità, era appannaggio soltanto della corte del Re. L’Europa del Sud ha dovuto persino con le scritture religiose limitare l’apporto di carne (non il venerdì) perché la selvaggina allora c’era ma non in modo sufficiente per tutti. Per trasformare quindi in risorsa l’eccesso di ungulati servono delle tecniche che “trovino la quadra”, naturalmente sono a favore della commercializzazione trasparente eliminando il nero e ritengo in generale che gli onesti abbiano soltanto da guadagnare dal fatto che vi siano regole chiare e trasparenti. Avverto con piacere l’interesse da parte del mondo venatorio, che spero cammini sempre più compatto sulla strada della condivisione. In un mondo tutto virtuale, quello della caccia è rimasto un mondo che mantiene i contatti tra le persone che condividono una passione e in cui le squadre non hanno al loro interno le divisioni sociali.

Pubblico
Sergio Sorrentino, presidente nazionale ArciCaccia vorrebbe “le tre P”: produzione (produrre ambiente e produrre fauna), protezione (degli animali e dell’agricoltura) e prelievi (sostenibili e trasparenti). ArciCaccia è contraria alla vendita di carne in nero. Ricorda che la selvaggina è composta per il 30 per cento da grandi animali e per il 70 per cento da piccoli. Che la caccia è un grande aggregatore sociale, che annulla le categorie. L’assessorato ha il dovere di fare una legge equilibrata che dia certezze. La filiera per la carne è fondamentale; quella di cinghiale, ad esempio, non contiene antibiotici e ha invece proteine nobili ed è povera di lipidi: è un dono della Natura e dobbiamo fare noi una filiera che abbia dei controlli sanitari seri, con ad esempio delle cooperative, a cui si potranno aggregare eventi enogastronomici, perché questa carne così buona si aggancia con olio, vino, pasta…
Infine il sindaco di Strambino, Sonia Cambursano, ha concluso gli interventi ritenendo che “la chiave di tutto è contemperare tutte le esigenze, senza fondamentalismi, ma con la chiave nel dialogo tra le parti”.
 











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