Pagine

giovedì 27 novembre 2014

Ebola: una riflessione sul medico di Eemergency

Sul medico di Emergency colpito da Ebola e ricoverato allo Spallanzani di Roma: vedo sulla bacheca dell’amico Ivo Cavallotto commenti assurdi alla notizia data dal tgcom24 (nella foto). 
Una delle risposte che si possono dare a chi scrive certe frasi dettate dall’ignoranza è quella di Cecilia Strada, di Emergency: “Certo che è triste avere un collega in ospedale e sentire in giro commenti tipo "se stavate a casa vostra non succedeva niente". fregatene e vivi felice, insomma.
è vero: se stavamo a casa, non succedeva niente. niente: non ci si sfiniva a lavorare in una tuta di protezione dentro la zona rossa. non si curava nessuno. non ci si sbatteva come matti per cercare di contenere la più grave epidemia di ebola della storia. non ci si dava da fare per evitare che il virus passi di paese in paese, vicini o lontani. e sicuramente nessuno rischiava il contagio.
se stavamo a casa nostra, potevamo stare sereni, tranquilli in poltrona davanti alla televisione, magari commentando con grande sicurezza quel che di brutto succede nel mondo. che succede anche perché troppe persone se ne fregano e "stanno a casa loro". ma noi non siamo fatti così”.

Poi però c’è da chiedersi cosa si può fare di più: su questa “emergenza” così come su altre emergenze sanitarie, il lavoro che deve fare la politica è quello della sensibilizzazione, dell’informazione, di uno sviluppo della cultura e della sensibilità che invece di far dire ad alcuni “poteva stare a casa sua” porti le persone a dire “meno male che qualcuno si prende questi rischi e questi mal di pancia”. La politica deve impostare riflessioni globali e dare risposte su come comportarsi, come collettività, in casi del genere.



1 commento: