Ieri sono intervenuto durante il dibattito su “Adeguamento
della rete ospedaliera agli standard della legge e applicazione del regolamento”,
ovvero sul riordino della sanità piemontese. Ho ringraziato l’assessore Saitta
per il coraggio di assumersi questa responsabilità dopo anni in cui ci sono
state politiche sciagurate e assenza di governo della materia, e di guardare a
una programmazione futura. Se molti miei colleghi hanno assunto posizioni “difensive”
di determinate strutture o territori, io ho voluto evidenziare che sono variate
le esigenze della sanità e per questo occorre cambiare i modelli di lavoro,
adottando ad esempio quelli a matrice che garantiscono buone risposte in
termini di occupazione posti letto. Se non si vede più l’etichetta “urologia”,
tanto per fare un esempio, non significa che non ci sia, ma che il servizio
viene erogato in modo diverso rispetto a prima.
Per troppi anni i politici hanno abbandonato a favore di
altri soggetti le scelte, in particolare a tecnici che ci hanno imposto regole
precise: saremo bravi se riusciremo a scappare da questo vincolo, riprendendoci
la responsabilità delle scelte.
Nel dettaglio tecnico, anche se non è politica di competenza
regionale, ho espresso riserve sui criteri degli “esiti”: se valutassimo solo in
base a quei numeri, allora Candiolo sarebbe l’unica struttura di eccellenza.
Inoltre, ho rilevato che nel Patto della Salute vi sono
elementi equivoci rispetto ad Anestesia e Rianimazione: non compaiono i posti
letto dedicati.
A questo link trovate il riassunto del dibattito di ieri
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