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Vi sono considerazioni di metodo e di merito sulla delibera
di accorpamento delle Asl di Torino in un’unica azienda sanitaria, votata il 6 dicembre in Consiglio Regionale.
Per quanto riguarda il metodo, mi spiace che ogni volta che
si trattino temi di rilevanza strategica per gli assetti attuali e futuri,
siano sempre dei tecnici o anche soltanto un tecnico che ci fa la lezioncina.
Tecnici che sono tuttologi della sanità, da almeno da vent’anni
ci spiegano come fare, ma non mi sembra che la sanità nazionale funzioni così
bene se non per lo sforzo di poche buone volontà operative. Trovare una delibera già preparata e non discussa, come
altre volte, non permette di votarla.
Il Consiglio deve avere più voce nelle decisioni, per questo ho dato presenza ma non ho partecipato al voto.
Nel merito: se è vero che occorre rendere omogenei i
servizi e concentrare le attività per migliorare gli spazi, è però da
considerare che altri accorpamenti già realizzati hanno comportato, almeno
inizialmente, un aumento di costi, mentre sui risparmi non si hanno dati certi. Mi riferisco in
particolare all’Asl To3 dove vi sono due sedi, ogni dirigente ha quindi due
uffici in città lontane, e non si è risparmiato su manutenzione, affitto e
riscaldamento dei locali perché nessun locale è stato dismesso e a esempi a
livello nazionale in cui gli accorpamenti, specie in città molto grandi, non
hanno portato i risultati sperati (Napoli, Reggio Calabria).
A mio avviso si poteva cominciare con l’indicazione di
linee guida per i Direttori generali, obbligarli a lavorare insieme per
l’armonizzazione di servizi, farle diventare gli obiettivi su cui giudicare il
loro operato.
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