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mercoledì 7 dicembre 2016

Accorpamento Asl Torinesi


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Vi sono considerazioni di metodo e di merito sulla delibera di accorpamento delle Asl di Torino in un’unica azienda sanitaria, votata il 6 dicembre in Consiglio Regionale.

Per quanto riguarda il metodo, mi spiace che ogni volta che si trattino temi di rilevanza strategica per gli assetti attuali e futuri, siano sempre dei tecnici o anche soltanto un tecnico che ci fa la lezioncina. 
Tecnici che sono tuttologi della sanità, da almeno da vent’anni ci spiegano come fare, ma non mi sembra che la sanità nazionale funzioni così bene se non per lo sforzo di poche buone volontà operative. Trovare una delibera già preparata e non discussa, come altre volte, non permette di votarla.
Il Consiglio deve avere più voce nelle decisioni, per questo ho dato presenza ma non ho partecipato al voto. 

Nel merito: se è vero che occorre rendere omogenei i servizi e concentrare le attività per migliorare gli spazi, è però da considerare che altri accorpamenti già realizzati hanno comportato, almeno inizialmente,  un aumento di costi, mentre sui risparmi non si hanno dati certi. Mi riferisco in particolare all’Asl To3 dove vi sono due sedi, ogni dirigente ha quindi due uffici in città lontane, e non si è risparmiato su manutenzione, affitto e riscaldamento dei locali perché nessun locale è stato dismesso e a esempi a livello nazionale in cui gli accorpamenti, specie in città molto grandi, non hanno portato i risultati sperati (Napoli, Reggio Calabria).

A mio avviso si poteva cominciare con l’indicazione di linee guida per i Direttori generali, obbligarli a lavorare insieme per l’armonizzazione di servizi, farle diventare gli obiettivi su cui giudicare il loro operato. 





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