L’Italia è al vertice della task force europea per la
sorveglianza attiva dell’amianto, il killer silenzioso che miete circa 3.000
vittime ogni anno nel nostro paese, 1.500 per mesotelioma, moltissimi (circa
200 morti l’anno) in Piemonte.
Serve più impegno per la bonifica dei siti
contaminati. Ogni 12 mesi vengono smaltite 380mila tonnellate di rifiuti di
questo minerale. Troppo poche, visto che, a questi ritmi, serviranno ancora 85
anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate di
asbesto presenti nel paese.
È quanto emerso il 25 marzo nel corso dell’audizione
congiunta delle Commissioni IV e V.
Per questo ho partecipato con attenzione stamattina all’incontro
di Asti in cui è stata presentata una nuova tecnologia che mira a trasformare
il cemento amianto da rifiuto a risorsa economica: entrano eternit e reflui
acidi di lavorazioni agroalimentari, escono concimi, metalli e saponi.
Sono curioso di vedere gli esiti documentati da evidenza
scientifica di quanto ci è stato presentato, poiché le nuove tecnologie, nel
momento in cui vengono tirate fuori, sono sempre salutate con entusiasmo (e lo
fu anche per l’eternit, ai tempi). Ho ricordato che la Regione sta pensando a
una legge sui rifiuti e salutato la capacità imprenditoriale del territorio
Astigiano.
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